Giancarlo Longo
21 febbraio 2010
L'insostenibile necessità di controllare l'informazione
Giancarlo Longo
20 febbraio 2010
Non è un paese per giovani

La parola giovane ha come radice latina iuvare - essere utile, contribuire al bene comune.
Noi giovani dovremmo rappresentare la parte dinamica della società, gli innovatori e - direi anche - i custodi del pensiero critico.
Abbiamo visto in televisione la caduta del muro di Berlino, i processi di Tangentopoli e le stragi di mafia; non ci siamo formati nella prima Repubblica e non ci siamo costruiti false illusioni sulla seconda.
Viviamo l'era della globalizzazione e del consumismo, del conformismo e dell'apparire, ma pochi di noi si rendono conto del fatto che dovremo rivedere al ribasso le nostre aspettative.
L'operazione di rapina nei confronti delle giovani generazioni, iniziata alla fine degli anni '70, con il ridimensionamento del welfare, per continuare negli anni '90 con le riforme pensionistiche, che lasciando invariato il trattamento previdenziale delle vecchie generazioni, hanno addossato sui giovani, tutto il peso dell'invecchiamento della popolazione.
Da ultima la riforma Gelmini è l'esempio emblematico di come la cattiva gestione della cosa pubblica possa produrre effetti disastrosi, non sui privilegiati, ma sui più ricattabili, studenti e precari.
Le responsabilità degli attuali sessantenni, abili a mantenere le posizioni di potere, sono chiare e facilmente dimostrabili.
In un simile contesto, la reazione e lo scontro generazionale, sarebbe naturale, invece, spesso ci accontentiamo di essere figli, mentre dovremmo capire che siamo cittadini.
Viviamo in una società ingiusta e iniqua, che non investe sulle sue risorse, giovani e meritevoli.
Centinaia di cervelli ogni anno vengono, in qualche modo, cacciati via da questo paese, per andare a lavorare all'estero.
I giovani italiani rispetto ai loro coetanei europei, contano meno: socialmente, economicamente, politicamente.
Secondo il rapporto Luiss 2008 "Generare classe dirigente", il 45% dei leader italiani, nella politica, nelle istituzioni e nel mondo produttivo, ha più di 70 anni.
I Giovani italiani hanno il minori peso politico dei paesi occidentali. Siamo l'unico grande paese in cui solo un 25enne su 4 è occupato, e quel 25enne impiegato è sempre precario. Perché alla flessibilità non sono state affiancate misure di protezione sociale.
Siamo l'unico paese europeo, insieme alla Grecia, a non avere a livello statale il reddito minimo di cittadinanza.
Ai giovani non resta che appoggiarsi fino ai capelli bianchi alle famiglie d'origine - l'unico vero ammortizzatore sociale delle giovani generazioni.
Siamo giovani nel momento sbagliato e saremo anziani nel modo peggiore.
Questo è il momento di reagire, prendiamoci lo spazio e i diritti di cui abbiamo bisogno.
Pensiamo in grande, diventeremo adulti insieme.
Paola Calorenne
18 febbraio 2010
Piano scuola al XII municipio
Da parecchio tempo, ormai il municipio XII vive in una condizione di grande difficoltà a livello scolastico. Infatti, sia nella zona del Torrino che in quella di Spinaceto si riscontra la mancanza di strutture adeguate che ospitino asili nido e scuole medie pubbliche. Addirittura al Torrino alcune di queste sono state riconvertite ad altre funzioni, come l'ufficio condoni del municipio che prima era adibito a scuola materna, o la caserma dei carabinieri di v.le oceano indiano, o la totale mancanza di asili nido a Spinaceto, a parte uno, che vista la densità della popolazione, oltre i 30.000 abitanti, dimostra questa totale indifferenza sia del municipio XII sia chiaramente del comune. Un ultimo episodio che deve far riflettere: presso la scuola materna “La magnolia stellata” di via Renzini n. 48. Una recinzione totalmente inefficiente è stata posizionata per separare il giardino ricreativo dell'asilo dal deposito AMA. Per questo il consigliere del municipio, in quota IDV, Federico Siracusa, ha proposto una risoluzione del 2 settembre 2008, prot. 58442 con la quale veniva chiesto si alzare un muretto divisorio tra il giardino d'infanzia comunale ed il deposito ama. In seguito, il 13 novembre 2008, è stata approvata a maggioranza la risoluzione n. 57, e l'ufficio tecnico del municipio ha svolto vari lavori di manutenzione all'interno dell'asilo; inoltre, l'AMA ha innalzato un muretto divisorio e ha manifestato la piena disponibilità di spostarsi in altra sede. Ad oggi, rimane il muretto divisorio, ma non è stata spostata la sede. Questo è un fatto grave perché in un luogo che dovrebbe essere ''incontaminato'' per la presenza di minori che vanno dai 3 ai 6 anni, c'è, invece, un forte inquinamento, sia acustico, per il via vai continuo dei mezzi, sia ambientale per la presenza di depositi di pile e di altro materiale. Tuttavia qualche risultato è stato raggiunto, grazie soprattutto all' appoggio e all'aiuto da parte dei genitori. Questo dimostra come per scuola pubblica e per le sue strutture, spesso e volentieri, ci sia completo disinteresse sia dell'amministrazione municipale, che comunale: in concreto accordo con la politica nazionale che procede a smantellare la scuola pubblica, che invece dovrebbe essere il baluardo di uno stato di diritto e dello stesso cittadino.(Redazionale)
Photo by memoossa

