5 marzo 2010

Contromafie: Libera fa il punto della situazione

Le indagini sulle stragi degli anni '90 sembrano sbloccarsi dopo 17 anni pressoché di stallo; la richiesta di scioglimento del consiglio comunale di Fondi, poi dimessosi, e il video di un omicidio di camorra mostrato in televisione, ripropongono le questioni d'infiltrazione e omertà. Di mafia, in questi anni, non si era mai parlato così tanto. Ma parlare si può, combatterla anche. Libera di Don Ciotti si occupa di questo fin dalla sua fondazione.
Il 23, 24 e 25 ottobre, durante la seconda edizione di “Contromafie”, gli Stati Generali dell'Antimafia organizzati dall'associazione, si è ribadita la necessità di avere un'informazione senza bavagli. Continuare a “parlare” per contrastare il miglior alleato dell'illegalità: il silenzio. Alla repressione, che spesso chiama altra violenza, è necessario affiancare un'opera di prevenzione su più livelli. Un cittadino consapevole è un cittadino libero; per questo, come ha ripetuto uno dei 100 relatori dell'evento, la mafia “teme più la scuola della giustizia”. Puntare sulla formazione scolastica ed universitaria, è uno degli obiettivi che i partecipanti si sono proposti di perseguire. Contrastare il fenomeno dell'affiliazione giovanile alle cosche e fornire ai giovani gli strumenti necessari, perché possano diventare “protagonisti di un processo di educazione permanente alla legalità”.
Liberainformazione”, “Narcomafie” e progetti come “Regoliamoci” (un concorso nazionale rivolto agli studenti di ogni grado) dimostrano che l'associazione da tempo affronta questi temi. Oggi, con i 12 punti del “Manifesto per un mondo liberato dalle mafie”, redatto in occasione della manifestazione, si allarga l'orizzonte anche ad altre battaglie. Su molte di queste, le strade di Libera e dell'IdV trovano un percorso comune. Insieme chiedono l'istituzione di un codice etico, che impedisca la candidatura a ruoli istituzionali di persone condannate o rinviate a giudizio; difendono l'indipendenza della magistratura e l'articolo 21 della Costituzione; sono sensibili alle questione dell'ambiente, minacciato anche dall'opera delle ecomafie. La pluralità degli argomenti trattati nel documento mostra quanto, questioni apparentemente lontane dall'antimafia, siano in realtà connesse ad essa.
Non si può considerare il problema della mafia come limitato a determinati territori, o settori della società. Cultura, educazione, economia; ogni aspetto della realtà del Paese prende parte alla creazione delle condizioni che favoriscono lo sviluppo della criminalità organizzata. “Come è potuto accadere che uno Stato susciti disprezzo? Abbandonando la democrazia, giocando con le leggi, sovvertendole insieme alle istituzioni” (Spinelli); in questo modo ha perso la fiducia dei cittadini, lasciando che fosse “raccolta” dai capi clan. Il Manifesto di Libera, soprattutto nei punti di argomento politico, mira a far si che si possa tornare a fidarsi dello Stato. È un decalogo da cui devono partire coloro che chiederanno il nostro voto, e quindi la nostra fiducia, in occasione delle elezioni amministrative del marzo prossimo.
C'è bisogno di trasparenza e giustizia, qualcosa che nessun boss potrà offrire mai.

Martina Gregori
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